20 aprile 2014 – Domenica di Pasqua – Anno A – Veglia bella notte Santa – Letture in audio mp3

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Gen 1,1 – 2,2
Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.

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Gen 22,1-18
Il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede

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Es 14,15- 15,1
Gli Israeliti camminarono sull’asciutto in mezzo al mare.

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Is 54,5-14
Con affetto perenne il Signore, tuo redentore, ha avuto pietà di te

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Is 55,1-11
Venite a me e vivrete; stabilirò per voi un’alleanza eterna

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Bar 3,9-15.32 – 4,4
Cammina allo splendore della luce del Signore

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Ez 36,16-17a.18-28
Vi aspergerò con acqua pura e vi darò un cuore nuovo

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Rm 6,3-11
Cristo risorto dai morti non muore più.

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Mt 28, 1-10
E’ risorto e vi precede in Galilea.

13 aprile 2014 – Domenica delle Palme – Anno A

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Prima lettura
Is 50,4-7

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Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso.

Dal libro del profeta Isaìa

Il Signore Dio/ mi ha dato una lingua da discepolo,/
perché io sappia indirizzare
una parola/ allo sfiduciato.//
Ogni mattina fa attento il mio orecchio/
perché io ascolti/ come i discepoli.//
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio/
e io non ho opposto resistenza,/
non mi sono tirato indietro.//
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,/
le mie guance/ a coloro che mi strappavano la barba;/
non ho sottratto la faccia/
agli insulti e agli sputi.//
Il Signore Dio mi assiste,/
per questo/ non resto svergognato,/
per questo rendo la mia faccia/ dura come pietra,/
sapendo/ di non restare confuso.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 21

Rit.: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.

Seconda lettura
Fil 2,6-11

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Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Cristo Gesù,/
pur essendo nella condizione di Dio,/
non ritenne un privilegio/
l’essere come Dio,/
ma svuotò se stesso/
assumendo una condizione di servo,/
diventando simile agli uomini.//
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,/
umiliò se stesso/
facendosi obbediente fino alla morte/
e a una morte di croce.//
Per questo Dio lo esaltò/
e gli donò il nome/
che è al di sopra di ogni nome,/
perché nel nome di Gesù/
ogni ginocchio si pieghi/
nei cieli,/ sulla terra e sotto terra,/
e ogni lingua proclami:/
«Gesù Cristo è Signore!»,/
a gloria di Dio Padre.

Canto al Vangelo (Fil 2,8-9)
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.

Lode e onore a te, Signore Gesù!

 

Vangelo
Mt 26,14- 27,66

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La passione del Signore.

+ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.

Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge”. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».
Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.

Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».
Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora
si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.

Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.
I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.
Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». Tenuto consiglio, comprarono con esse il “Campo del vasaio” per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore».

Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.
Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».
Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».
Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.

Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatèa, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

Il giorno seguente, quello dopo la Parascève, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

30 marzo 2014 – IV di Quaresima – Anno A – Laetare – letture in audio mp3

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Prima lettura
1Sam 16,1.4.6-7.10-13

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Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele.

Dal primo libro di Samuele

In quei giorni,/ il Signore disse a Samuele:/ «Riempi d’olio il tuo corno e parti.// Ti mando da Iesse il Betlemmita,/ perché mi sono scelto tra i suoi figli un re».// Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.//
Quando fu entrato,/ egli vide Eliàb/ e disse:/ «Certo,/ davanti al Signore sta il suo consacrato!».// Il Signore replicò a Samuele:/ «Non guardare al suo aspetto/ né alla sua alta statura./ Io l’ho scartato,/ perché non conta quel che vede l’uomo:/ infatti l’uomo vede l’apparenza,/ ma il Signore vede il cuore».//
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli/ e Samuele ripeté a Iesse:/ «Il Signore non ha scelto nessuno di questi».// Samuele chiese a Iesse:/ «Sono qui tutti i giovani?».// Rispose Iesse:/ «Rimane ancora il più piccolo,/ che ora sta a pascolare il gregge».// Samuele disse a Iesse:/ «Manda a prenderlo,/ perché non ci metteremo a tavola/ prima che egli sia venuto qui».// Lo mandò a chiamare/ e lo fece venire.// Era fulvo,/ con begli occhi/ e bello di aspetto.
Disse il Signore:/ «Àlzati e ungilo:/ è lui!».// Samuele prese il corno dell’olio/ e lo unse in mezzo ai suoi fratelli,/ e lo spirito del Signore irruppe su Davide/ da quel giorno in poi.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 22

Rit.: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Seconda lettura
Ef 5,8-14

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Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli,/ un tempo eravate tenebra,/ ora siete luce nel Signore.// Comportatevi perciò come figli della luce;/ ora il frutto della luce/ consiste in ogni bontà,/ giustizia e verità.//
Cercate di capire ciò che è gradito al Signore./ Non partecipate alle opere delle tenebre,/ che non danno frutto,/ ma piuttosto condannatele apertamente.// Di quanto viene fatto in segreto/ da [coloro che disobbediscono a Dio]/ è vergognoso perfino parlare,/ mentre tutte le cose apertamente condannate/ sono rivelate dalla luce:/ tutto quello che si manifesta/ è luce.// Per questo è detto:/
«Svégliati,/ tu che dormi,/
risorgi dai morti/
e Cristo/ ti illuminerà».

Canto al Vangelo (Gv 8,12)
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

 

Vangelo
Gv 9,1-41

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Andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo,/ Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita/ e i suoi discepoli lo interrogarono:/ «Rabbì,/ chi ha peccato,/ lui o i suoi genitori,/ perché sia nato cieco?».// Rispose Gesù:/ «Né lui ha peccato/ né i suoi genitori,/ ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio.// Bisogna che noi compiamo le opere/ di colui che mi ha mandato/ finché è giorno;// poi viene la notte,/ quando nessuno può agire.// Finché io sono nel mondo,/ sono la luce del mondo».//
Detto questo,/ sputò per terra,/ fece del fango con la saliva,/ spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse:/ «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe»,/ che significa/ “Inviato”.// Quegli andò,/ si lavò/ e tornò che ci vedeva.//
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima,/ perché era un mendicante,/ dicevano:/ «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?».// Alcuni dicevano:/ «È lui»;/ altri dicevano:/ «No,/ ma è uno che gli assomiglia».// Ed egli diceva:/ «Sono io!».// Allora gli domandarono:/ «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?».// Egli rispose:/ «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango,/ me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto:/ “Va’ a Sìloe/ e làvati!”.// Io sono andato,/ mi sono lavato e ho acquistato la vista».// Gli dissero:/ «Dov’è costui?».// Rispose:/ «Non lo so».//
Condussero dai farisei quello che era stato cieco:// era un sabato,/ il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi.// Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista.// Ed egli disse loro:/ «Mi ha messo del fango sugli occhi,/ mi sono lavato e ci vedo».// Allora alcuni dei farisei dicevano:/ «Quest’uomo non viene da Dio,/ perché non osserva il sabato».// Altri invece dicevano:/ «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?».// E c’era dissenso tra loro.// Allora dissero di nuovo al cieco:/ «Tu,/ che cosa dici di lui,/ dal momento che ti ha aperto gli occhi?».// Egli rispose:/ «È un profeta!».// Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco/ e che avesse acquistato la vista,/ finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista.// E li interrogarono:/ «È questo il vostro figlio,/ che voi dite essere nato cieco?// Come mai ora ci vede?».// I genitori di lui risposero:/ «Sappiamo che questo è nostro figlio/ e che è nato cieco;// ma come ora ci veda non lo sappiamo,/ e chi gli abbia aperto gli occhi,/ noi non lo sappiamo.// Chiedetelo a lui:/ ha l’età,/ parlerà lui di sé»./ Questo dissero i suoi genitori,/ perché avevano paura dei Giudei;// infatti i Giudei avevano già stabilito che,/ se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo,/ venisse espulso dalla sinagoga.// Per questo i suoi genitori dissero:/ «Ha l’età:/ chiedetelo a lui!».//
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco/ e gli dissero:/ «Da’ gloria a Dio!/ Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore».// Quello rispose:/ «Se sia un peccatore,/ non lo so.// Una cosa io so:/ ero cieco/ e ora ci vedo».// Allora gli dissero:/ «Che cosa ti ha fatto?// Come ti ha aperto gli occhi?».// Rispose loro:/ «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato;/ perché volete udirlo di nuovo?// Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?».// Lo insultarono e dissero:/ «Suo discepolo sei tu!// Noi siamo discepoli di Mosè!// Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio;/ ma costui non sappiamo di dove sia».// Rispose loro quell’uomo:/ «Proprio questo stupisce:// che voi non sapete di dove sia,/ eppure mi ha aperto gli occhi.// Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori,/ ma che,/ se uno onora Dio e fa la sua volontà,/ egli lo ascolta.// Da che mondo è mondo,/ non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato.// Se costui non venisse da Dio,/ non avrebbe potuto far nulla».// Gli replicarono:/ «Sei nato tutto nei peccati/ e insegni a noi?».// E lo cacciarono fuori.//
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori;/ quando lo trovò,/ gli disse:/ «Tu,/ credi nel Figlio dell’uomo?».// Egli rispose:/ «E chi è,/ Signore,/ perché io creda in lui?».// Gli disse Gesù:/ «Lo hai visto:/ è colui che parla con te».// Ed egli disse:/ «Credo,/ Signore!».// E si prostrò dinanzi a lui.// Gesù allora disse:/ «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo,/ perché coloro che non vedono,/ vedano e quelli che vedono,/ diventino ciechi».// Alcuni dei farisei che erano con lui/ udirono queste parole/ e gli dissero:/ «Siamo ciechi anche noi?».// Gesù rispose loro:/ «Se foste ciechi,/ non avreste alcun peccato;/ ma siccome dite:/ “Noi vediamo”,/ il vostro peccato rimane».

23 marzo 2014 – III di Quaresima – Anno A – Letture in audio mp3

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Prima lettura
Es 17,3-7

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Dacci acqua da bere.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni,/ il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua;/ il popolo mormorò contro Mosè/ e disse:/ «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto/ per far morire di sete noi,/ i nostri figli/ e il nostro bestiame?».//
Allora Mosè gridò al Signore,/ dicendo:/ «Che cosa farò io/ per questo popolo?/ Ancora un poco/ e mi lapideranno!».//
Il Signore disse a Mosè:/ «Passa davanti al popolo/ e prendi con te alcuni anziani d’Israele.// Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo,/ e va’!// Ecco,/ io starò davanti a te là sulla roccia,/ sull’Oreb;// tu batterai sulla roccia:/ ne uscirà acqua/ e il popolo berrà».//
Mosè fece così,/ sotto gli occhi degli anziani d’Israele.// E chiamò quel luogo Massa e Merìba,/ a causa della protesta degli Israeliti/ e perché misero alla prova il Signore,/ dicendo:/ «Il Signore è in mezzo a noi/ sì o no?».

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 94

Rit.:Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

Seconda lettura
Rm 5,1-2.5-8

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L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli,/ giustificati per fede,/ noi siamo in pace con Dio/ per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo.// Per mezzo di lui abbiamo anche,/ mediante la fede,/ l’accesso a questa grazia/ nella quale ci troviamo e ci vantiamo,/ saldi nella speranza della gloria di Dio.//
La speranza poi non delude,/ perché l’amore di Dio/ è stato riversato nei nostri cuori/ per mezzo dello Spirito Santo/ che ci è stato dato.//
Infatti,/ quando eravamo ancora deboli,/ nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi.// Ora,/ a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto;/ forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona.// Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi/ nel fatto che,/ mentre eravamo ancora peccatori,/ Cristo è morto per noi.

Canto al Vangelo (Gv 4,42.15)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo;
dammi dell’acqua viva, perché io non abbia più sete.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo
Gv 4,5-42

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Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo,/ Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar,/ vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:// qui c’era un pozzo di Giacobbe.// Gesù dunque,/ affaticato per il viaggio,/ sedeva presso il pozzo.// Era circa mezzogiorno.// Giunge una donna samaritana ad attingere acqua.// Le dice Gesù:/ «Dammi da bere».// I suoi discepoli erano andati in città/ a fare provvista di cibi.// Allora la donna samaritana gli dice:/ «Come mai tu,/ che sei giudeo,/ chiedi da bere a me,/ che sono una donna samaritana?».// I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.//
Gesù le risponde:/ «Se tu conoscessi il dono di Dio/ e chi è colui che ti dice:/ “Dammi da bere!”,/ tu avresti chiesto a lui/ ed egli ti avrebbe dato acqua viva».// Gli dice la donna:/ «Signore,/ non hai un secchio e il pozzo è profondo;// da dove prendi dunque quest’acqua viva?/ Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe,/ che ci diede il pozzo/ e ne bevve lui/ con i suoi figli e il suo bestiame?».//
Gesù le risponde:/ «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete;/ ma chi berrà dell’acqua che io gli darò,/ non avrà più sete in eterno.// Anzi,/ l’acqua che io gli darò/ diventerà in lui una sorgente d’acqua/ che zampilla per la vita eterna».// «Signore/ – gli dice la donna/ –, dammi quest’acqua,/ perché io non abbia più sete/ e non continui a venire qui ad attingere acqua».// Le dice:/ «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui».// Gli risponde la donna:/ «Io non ho marito».// Le dice Gesù:/ «Hai detto bene:/ “Io non ho marito”.// Infatti hai avuto cinque mariti/ e quello che hai ora non è tuo marito;// in questo hai detto il vero».//
Gli replica la donna:/ «Signore,/ vedo che tu sei un profeta!// I nostri padri hanno adorato su questo monte;/ voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».// Gesù le dice:/ «Credimi,/ donna,/ viene l’ora in cui né su questo monte/ né a Gerusalemme/ adorerete il Padre.// Voi adorate ciò che non conoscete,/ noi adoriamo ciò che conosciamo,/ perché la salvezza viene dai Giudei.// Ma viene l’ora/ – ed è questa/ – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità:// così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano.// Dio è spirito,/ e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».// Gli rispose la donna:/ «So che deve venire il Messia,/ chiamato Cristo:// quando egli verrà,/ ci annuncerà ogni cosa».// Le dice Gesù:/ «Sono io,/ che parlo con te».//
In quel momento giunsero i suoi discepoli/ e si meravigliavano che parlasse con una donna.// Nessuno tuttavia disse:/ «Che cosa cerchi?»,/ o:/ «Di che cosa parli con lei?».// La donna intanto lasciò la sua anfora,/ andò in città e disse alla gente:/ «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto./ Che sia lui il Cristo?».// Uscirono dalla città/ e andavano da lui.//
Intanto i discepoli lo pregavano:/ «Rabbì,/ mangia».// Ma egli rispose loro:/ «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete».// E i discepoli si domandavano l’un l’altro:/ «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?».// Gesù disse loro:/ «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato/ e compiere la sua opera.// Voi non dite forse:/ ancora quattro mesi e poi viene la mietitura?// Ecco,/ io vi dico:/ alzate i vostri occhi e guardate i campi/ che già biondeggiano per la mietitura.// Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna,/ perché chi semina gioisca insieme a chi miete.// In questo infatti si dimostra vero il proverbio:/ uno semina e l’altro miete.// Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato;// altri hanno faticato/ e voi siete subentrati nella loro fatica».//
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna,/ che testimoniava:/ «Mi ha detto tutto quello che ho fatto».// E quando i Samaritani giunsero da lui,/ lo pregavano di rimanere da loro/ ed egli rimase là due giorni.// Molti di più credettero per la sua parola/ e alla donna dicevano:/ «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo,/ ma perché noi stessi abbiamo udito/ e sappiamo che questi/ è veramente il salvatore del mondo».

16 marzo 2014 – II di Quaresima – Anno A – Letture in audio mp3

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Il Foglietto (dal sito delle Famiglie della Visitazione)

Prima lettura
Gen 12,1-4

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Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.

Dal libro della Gènesi

In quei giorni,/ il Signore disse ad Abram:/
«Vàttene dalla tua terra,/
dalla tua parentela/
e dalla casa di tuo padre,/
verso la terra che io ti indicherò.//
Farò di te una grande nazione/
e ti benedirò,/
renderò grande il tuo nome/
e possa tu essere una benedizione.//
Benedirò coloro che ti benediranno/
e coloro

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che ti malediranno/ maledirò,/
e in te si diranno benedette/
tutte le famiglie della terra»./
Allora Abram partì,/ come gli aveva ordinato il Signore.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal
32

Rit.:Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

Seconda lettura
2Tm 1,8b-1

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Dio ci chiama e ci illumina.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio,/ con la forza di Dio,/ soffri con me/ per il Vangelo.// Egli infatti ci ha salvati/ e ci ha chiamati con una vocazione santa,/ non già in base alle nostre opere,/ ma secondo il suo progetto/ e la sua grazia.// Questa ci è stata data in Cristo Gesù/ fin dall’eternità,/ ma è stata rivelata ora,/ con la manifestazione del salvatore nostro/ Cristo Gesù.// Egli ha vinto la morte/ e ha fatto risplendere la vita/ e l’incorruttibilità/ per mezzo del Vangelo.

 

Canto al Vangelo (Mc 9,7)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».
Lode e onore a te, Signore Gesù!

 

Vangelo

Mt 17,1-9
Il suo volto brillò come il sole

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+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo,/ Gesù prese con sé Pietro,/ Giacomo e Giovanni suo fratello/ e li condusse in disparte,/ su un alto monte.// E fu trasfigurato davanti a loro:// il suo volto brillò come il sole/ e le sue vesti divennero candide come la luce.// Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia,/ che conversavano con lui.//
Prendendo la parola,/ Pietro disse a Gesù:/ «Signore,/ è bello per noi essere qui!// Se vuoi,/ farò qui tre capanne,/ una per te,/ una per Mosè/ e una per Elia».// Egli stava ancora parlando,/ quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra.// Ed ecco una voce dalla nube che diceva:/ «Questi è il Figlio mio,/ l’amato:// in lui ho posto il mio compiacimento./ Ascoltatelo».//
All’udire ciò,/ i discepoli caddero con la faccia a terra/ e furono presi da grande timore.// Ma Gesù si avvicinò,/ li toccò/ e disse:// «Alzatevi e non temete».// Alzando gli occhi non videro nessuno,/ se non Gesù solo.//
Mentre scendevano dal monte,/ Gesù ordinò loro:// «Non parlate a nessuno di questa visione,/ prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

9 marzo 2014 – I di Quaresima – Anno A – Letture in audio mp3

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Letture con pause per lettori e  diaconi – Foglietto pronto (.pdf)

Prima lettura
Gen 2,7-9; 3,1-7

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La creazione dei progenitori e il loro peccato.

Dal libro della Gènesi

Il Signore Dio/ plasmò l’uomo con polvere del suolo/ e soffiò nelle sue narici un alito di vita/ e l’uomo divenne un essere vivente.//
Poi il Signore Dio/ piantò un giardino in Eden,/ a oriente,/ e vi collocò l’uomo/ che aveva plasmato.// Il Signore Dio fece germogliare dal suolo/ ogni sorta di alberi graditi alla vista/ e buoni da mangiare,/ e l’albero della vita in mezzo al giardino/ e l’albero della conoscenza del bene e del male.//
Il serpente/ era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto/ e disse alla donna:/ «È vero che Dio ha detto:/ “Non dovete mangiare/ di alcun albero del giardino”?».// Rispose la donna al serpente:/ «Dei frutti degli alberi del giardino/ noi possiamo mangiare,/ ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino/ Dio ha detto:/ “Non dovete mangiarne/ e non lo dovete toccare,/ altrimenti morirete”».// Ma il serpente disse alla donna:/ «Non morirete affatto!/ Anzi,/ Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste/ si aprirebbero i vostri occhi/ e sareste come Dio,/ conoscendo il bene e il male».//
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare,/ gradevole agli occhi/ e desiderabile per acquistare saggezza;/ prese del suo frutto/ e ne mangiò,/ poi ne diede anche al marito,/ che era con lei,/ e anch’egli ne mangiò.// Allora si aprirono gli occhi di tutti e due/ e conobbero di essere nudi;/ intrecciarono foglie di fico/ e se ne fecero cinture.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 50

Rit.: Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.

Seconda lettura
Rm 5,12-19

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Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli,/ come a causa di un solo uomo/ il peccato è entrato nel mondo/ e,/ con il peccato,/ la morte,/ così in tutti gli uomini si è propagata la morte,/ poiché tutti hanno peccato.//
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo/ e,/ anche se il peccato non può essere imputato/ quando manca la Legge,/ la morte regnò/ da Adamo fino a Mosè/ anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo,/ il quale è figura/ di colui che doveva venire.//
Ma il dono di grazia/ non è come la caduta:/ se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono,/ molto di più la grazia di Dio,/ e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo,/ si sono riversati in abbondanza/ su tutti.// E nel caso del dono/ non è come nel caso di quel solo che ha peccato:/ il giudizio infatti/ viene da uno solo,/ ed è per la condanna,/ il dono di grazia invece/ da molte cadute,/ ed è per la giustificazione.// Infatti/ se per la caduta di uno solo/ la morte ha regnato/ a causa di quel solo uomo,/ molto di più/ quelli che ricevono l’abbondanza della grazia/ e del dono della giustizia/ regneranno nella vita/ per mezzo del solo Gesù Cristo.//
Come dunque per la caduta di uno solo/ si è riversata su tutti gli uomini la condanna,/ così anche per l’opera giusta di uno solo/ si riversa su tutti gli uomini la giustificazione,/ che dà vita.// Infatti,/ come per la disobbedienza di un solo uomo/ tutti sono stati costituiti peccatori,/ così anche per l’obbedienza di uno solo/ tutti saranno costituiti giusti.

Canto al Vangelo (Mt 4,4b)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

 

Vangelo
Mt 4,1-11

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Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo,/ Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto,/ per essere tentato dal diavolo.// Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti,/ alla fine ebbe fame.// Il tentatore gli si avvicinò e gli disse:// «Se tu sei Figlio di Dio,/ di’ che queste pietre diventino pane».// Ma egli rispose:// «Sta scritto:/ “Non di solo pane vivrà l’uomo,/ ma di ogni parola/ che esce dalla bocca di Dio”».//
Allora il diavolo lo portò nella città santa,/ lo pose sul punto più alto del tempio/ e gli disse:// «Se tu sei Figlio di Dio,/ gèttati giù;// sta scritto infatti:/ “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo/ ed essi ti porteranno sulle loro mani/ perché il tuo piede non inciampi in una pietra”».// Gesù gli rispose:/ «Sta scritto anche:/ “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».//
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo/ e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria/ e gli disse:// «Tutte queste cose io ti darò/ se,/ gettandoti ai miei piedi,/ mi adorerai».// Allora Gesù gli rispose:/ «Vàttene,/ satana!// Sta scritto infatti:// “Il Signore,/ Dio tuo,/ adorerai:// a lui solo/ renderai culto”».//
Allora il diavolo lo lasciò,/ ed ecco degli angeli/ gli si avvicinarono/ e lo servivano.

2 marzo 2014 – VIII del Tempo Ordinario – Anno A – Letture in audio mp3

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Prima lettura
Is 49,14-15

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Io non ti dimenticherò mai.

Dal libro del profeta Isaìa

Sion ha detto:/ «Il Signore mi ha abbandonato,/
il Signore mi ha dimenticato».//
Si dimentica forse una donna del suo bambino,/
così da non commuoversi/ per il figlio delle sue viscere?//
Anche se costoro si dimenticassero,/
io invece/ non ti dimenticherò mai.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 61

Rit.: Solo in Dio riposa l’anima mia.

Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: mai potrò vacillare.

Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia speranza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: non potrò vacillare.

In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.
Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore.

Seconda lettura
1Cor 4,1-5

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Il Signore manifesterà le intenzioni dei cuori.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli,/ ognuno ci consideri come servi di Cristo/ e amministratori dei misteri di Dio.// Ora,/ ciò che si richiede agli amministratori/ è che ognuno risulti fedele.//
A me però importa assai poco/ di venire giudicato da voi/ o da un tribunale umano;// anzi,/ io non giudico neppure me stesso,/ perché,/ anche se non sono consapevole di alcuna colpa,/ non per questo sono giustificato.// Il mio giudice è il Signore!//
Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo,/ fino a quando il Signore verrà.// Egli metterà in luce i segreti delle tenebre/ e manifesterà le intenzioni dei cuori;/ allora ciascuno/ riceverà da Dio la lode.

Canto al Vangelo (Cf Eb 4,12)
Alleluia, alleluia.
La parola di Dio è viva ed efficace,
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.

Vangelo
Mt 6,24-34

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Non preoccupatevi del domani.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo/ Gesù disse ai suoi discepoli://
«Nessuno può servire due padroni,/ perché o odierà l’uno e amerà l’altro,/ oppure si affezionerà all’uno/ e disprezzerà l’altro.// Non potete servire Dio/ e la ricchezza.//
Perciò io vi dico:// non preoccupatevi per la vostra vita,/ di quello che mangerete o berrete,/ né per il vostro corpo,/ di quello che indosserete;// la vita non vale forse più del cibo/ e il corpo più del vestito?//
Guardate gli uccelli del cielo:// non séminano e non mietono,/ né raccolgono nei granai;// eppure il Padre vostro celeste li nutre.// Non valete forse più di loro?// E chi di voi,/ per quanto si preoccupi,/ può allungare anche di poco/ la propria vita?//
E per il vestito,/ perché vi preoccupate?// Osservate come crescono i gigli del campo:// non faticano e non filano.// Eppure io vi dico che neanche Salomone,/ con tutta la sua gloria,/ vestiva come uno di loro.// Ora,/ se Dio veste così l’erba del campo,/ che oggi c’è e domani si getta nel forno,/ non farà molto di più per voi,/ gente di poca fede?//
Non preoccupatevi dunque dicendo:/ “Che cosa mangeremo?/ Che cosa berremo?/ Che cosa indosseremo?”.// Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani.// Il Padre vostro celeste,/ infatti,/ sa che ne avete bisogno.//
Cercate invece,/ anzitutto,/ il regno di Dio e la sua giustizia,// e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.//
Non preoccupatevi dunque del domani,/ perché il domani si preoccuperà di se stesso.// A ciascun giorno basta la sua pena».

23 febbraio 2014 – VII del Tempo Ordinario – Anno A – Letture in audio mp3

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Prima lettura
Lv 19,1-2.17-18

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Ama il tuo prossimo come te stesso.

Dal libro del Levìtico

Il Signore parlò a Mosè/ e disse:/
«Parla a tutta la comunità degli Israeliti/ dicendo loro:/ “Siate santi,/ perché io,/ il Signore,/ vostro Dio,/ sono santo.//
Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello;/ rimprovera apertamente il tuo prossimo,/ così non ti caricherai di un peccato per lui.//
Non ti vendicherai/ e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo,/ ma amerai il tuo prossimo/ come te stesso.// Io sono il Signore”».

Salmo responsoriale
Sal 102

Rit.: Il Signore è buono e grande nell’amore.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono.

Seconda lettura
1Cor 3,16-23

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Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli,/ non sapete che siete tempio di Dio/ e che lo Spirito di Dio abita in voi?// Se uno distrugge il tempio di Dio,/ Dio distruggerà lui.// Perché santo è il tempio di Dio,/ che siete voi.//
Nessuno si illuda./ Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo,/ si faccia stolto per diventare sapiente,/ perché la sapienza di questo mondo/ è stoltezza/ davanti a Dio.// Sta scritto infatti:/ «Egli fa cadere i sapienti/ per mezzo della loro astuzia».// E ancora:/ «Il Signore sa/ che i progetti dei sapienti sono vani».//
Quindi nessuno/ ponga il suo vanto negli uomini,/ perché tutto è vostro:/ Paolo,/ Apollo,/ Cefa,/ il mondo,/ la vita,/ la morte,/ il presente,/ il futuro:// tutto è vostro!// Ma voi siete di Cristo/ e Cristo è di Dio.

 

Canto al Vangelo (1Gv 2, 5)
Alleluia, alleluia.
Chi osserva la parola di Gesù Cristo,
in lui l’amore di Dio è veramente perfetto.
Alleluia.

 

Vangelo
Mt 5,38-48

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Amate i vostri nemici.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo,/ Gesù disse ai suoi discepoli://
«Avete inteso che fu detto:/ “Occhio per occhio/ e dente per dente”.// Ma io vi dico di non opporvi al malvagio;// anzi,/ se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra,/ tu pórgigli anche l’altra,/ e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica,/ tu lascia anche il mantello.// E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio,/ tu con lui fanne due.// Da’ a chi ti chiede,/ e a chi desidera da te un prestito/ non voltare le spalle.//
Avete inteso che fu detto:// “Amerai il tuo prossimo/ e odierai il tuo nemico”.// Ma io vi dico: amate i vostri nemici/ e pregate per quelli che vi perseguitano,/ affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli;// egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni,/ e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.// Infatti,/ se amate quelli che vi amano,/ quale ricompensa ne avete?// Non fanno così anche i pubblicani?// E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli,/ che cosa fate di straordinario?// Non fanno così anche i pagani?// Voi,/ dunque,/ siate perfetti/ come è perfetto il Padre vostro celeste».

16 febbraio 2014 – VI del Tempo Ordinario – Anno A – Letture in audio mp3

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Prima lettura
Sir 15,16-21

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A nessuno ha comandato di essere empio.

Dal libro del Siràcide

Se vuoi osservare i suoi comandamenti,/ essi ti custodiranno;//
se hai fiducia in lui,/ anche tu vivrai.//
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:/
là dove vuoi/ tendi la tua mano.//
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte,/ il bene e il male:/
a ognuno sarà dato/ ciò che a lui piacerà.//
Grande infatti/ è la sapienza del Signore;/
forte e potente,/ egli vede ogni cosa.//
I suoi occhi sono su coloro che lo temono,/
egli conosce/ ogni opera degli uomini.//
A nessuno ha comandato di essere empio/
e a nessuno/ ha dato il permesso di peccare.

Salmo responsoriale
(di norma deve venire eseguito in canto)
Sal 118

Rit.: Beato chi cammina nella legge del Signore.

Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti.

Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge.

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.

Seconda lettura
1Cor 2,6-10

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Dio ha stabilito una sapienza prima dei secoli per la nostra gloria.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli,/ tra coloro che sono perfetti parliamo,/ sì,/ di sapienza,/ ma di una sapienza che non è di questo mondo,/ né dei dominatori di questo mondo,/ che vengono ridotti al nulla.// Parliamo invece/ della sapienza di Dio,/ che è nel mistero,/ che è rimasta nascosta/ e che Dio ha stabilito prima dei secoli/ per la nostra gloria.//
Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta;/ se l’avessero conosciuta,/ non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.//
Ma,/ come sta scritto:/
«Quelle cose che occhio non vide,/ né orecchio udì,/
né mai entrarono in cuore di uomo,/
Dio le ha preparate/ per coloro che lo amano».//
Ma a noi/ Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito;/ lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa,/ anche le profondità di Dio.

Canto al Vangelo (Mt 11,25)
Alleluia, alleluia.

Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato
i misteri del Regno.
Alleluia.

 

Vangelo
Mt 5,17-37

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Così fu detto agli antichi; ma io vi dico.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo,/ Gesù disse ai suoi discepoli://
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti;// non sono venuto ad abolire,/ ma a dare pieno compimento.// In verità io vi dico:/ finché non siano passati il cielo e la terra,/ non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge,/ senza che tutto sia avvenuto.// Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti/ e insegnerà agli altri a fare altrettanto,/ sarà considerato minimo nel regno dei cieli.// Chi invece li osserverà e li insegnerà,/ sarà considerato grande nel regno dei cieli.//
Io vi dico infatti:// se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei,/ non entrerete nel regno dei cieli.//
Avete inteso che fu detto agli antichi:/ “Non ucciderai;/ chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”.// Ma io vi dico:/ chiunque si adira con il proprio fratello/ dovrà essere sottoposto al giudizio.// Chi poi dice al fratello:/ “Stupido”,/ dovrà essere sottoposto al sinedrio;// e chi gli dice:/ “Pazzo”,/ sarà destinato al fuoco della Geènna.//
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare/ e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te,/ lascia lì il tuo dono davanti all’altare,/ va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello/ e poi torna a offrire il tuo dono.//
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui,/ perché l’avversario non ti consegni al giudice/ e il giudice alla guardia,/ e tu venga gettato in prigione.// In verità io ti dico:/ non uscirai di là/ finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!//
Avete inteso che fu detto:/ “Non commetterai adulterio”.// Ma io vi dico:/ chiunque guarda una donna per desiderarla,/ ha già commesso adulterio con lei/ nel proprio cuore.//
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo,/ cavalo e gettalo via da te:// ti conviene infatti perdere una delle tue membra,/ piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna.// E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo,/ tagliala e gettala via da te:// ti conviene infatti perdere una delle tue membra,/ piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.//
Fu pure detto:/ “Chi ripudia la propria moglie,/ le dia l’atto del ripudio”.// Ma io vi dico:/ chiunque ripudia la propria moglie,/ eccetto il caso di unione illegittima,/ la espone all’adulterio,/ e chiunque sposa una ripudiata,/ commette adulterio.//
Avete anche inteso che fu detto agli antichi:/ “Non giurerai il falso,/ ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”.// Ma io vi dico:/ non giurate affatto,/ né per il cielo,/ perché è il trono di Dio,/ né per la terra,/ perché è lo sgabello dei suoi piedi,/ né per Gerusalemme,/ perché è la città del grande Re.// Non giurare neppure per la tua testa,/ perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello.// Sia invece il vostro parlare:/ “sì, sì”,/ “no, no”;// il di più/ viene dal Maligno».